myriam benothman

Myriam Benothman

Myriam Benothman, italiana nata a Tunisi, è cresciuta a Roma in una famiglia multiculturale.

Quadrilingue con il pallino delle sfide, è la più giovane matricola nella storia dell’università "La Sapienza". Si laurea in Scienze politiche e Relazioni internazionali e intraprende una brillante carriera nel mondo del marketing e della comunicazione, diventando Global Head of Digital & CRM in Bulgari (Gruppo LVMH). Il nonno Alberto Perrini – premiato autore teatrale, critico letterario e giornalista – la invita a coltivare sin da piccola la passione per la scrittura.

Il suo amore per la carta non l’abbandona mai, trovando terreno fertile nella diffusione di fanfiction su Internet. Pubblicati sotto pseudonimo, i suoi racconti si ispirano a noti manga giapponesi, trovando un ampio consenso tra le lettrici che la seguono con affetto da anni.

“Sono destrutturata, amo il mare, il vento sul viso, le serate con gli amici, sdraiarmi al sole e ascoltare musica anni 80. Parlo molto, non ho mai i fazzoletti in borsa e compro più libri di quanti ne potrei leggere in un paio di vite, complice una sindrome da acquisto letterario compulsivo. Perché scrivo? La verità è che non posso farne a meno. Scrivere è magia. Da bambina trascorrevo ore nello studio di mio nonno, tra raccolte di fiabe e leggende di tutto il mondo. Quelle pagine hanno segnato per sempre il mio modo di vedere le cose”
Myriam Benothman

5 curiosità su Myriam

  • 1L'idea per la trama di Dream Hunters le è venuta in sogno.
  • 2Ha scritto gli incantesimi nella lingua nera di Mordor.
  • 3Nei suoi romanzi non devono mancare: un messaggio di fondo che muova la trama, una grande cura nella ricerca, dei personaggi ben strutturati.
  • 4La sua conoscenza approfondita delle fiabe non deriva solo da una profonda passione ma anche da uno studio accurato: nello sviluppo della trilogia, si è ispirata al saggio “Il mondo incantato” di Bruno Bettelheim.
  • 5Il nome di Alexander è ispirato al protagonista maschile de “Il cavaliere d’inverno” di Paullina Simons.

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